martedì 29 settembre 2009

Canon Giovani Fotografi 2009

Il Premio, giunto alla sua undicesima edizione, ha l’obiettivo di supportare giovani fotografi e creare le condizioni ideali affinché possano entrare nel mondo del lavoro della comunicazione.


Il 30 novembre 2009 è il termine ultimo per partecipare all’undicesima edizione del premio Canon Giovani Fotografi. In questi 10 anni hanno partecipato circa 4.000 giovani fotografi di cui 49 hanno guadagnato un montepremi complessivo di oltre 100.000 euro.

La maggior parte dei vincitori delle diverse sezioni ha raggiunto traguardi professionali di grande prestigio, altri stanno seguendo un preciso percorso artistico e di ricerca. Del resto, entrambi i settori, professione e ricerca, sono alla base del Premio Canon che costruisce il proprio successo su una formula unica e originale.

Ai giovani che partecipano al Premio Canon viene richiesto un certo impegno. Con un portfolio di immagini, bisogna dimostrare di avere attitudine, di sapere vedere fotograficamente, di avere fantasia e tecnica, di saper dialogare con i giurati, che hanno il difficile compito di scegliere le opere o i progetti più meritevoli.

Il Premio prevede la possibilità di partecipare a una o più sezioni tra le quali è suddiviso: Miglior Portfolio, Miglior Progetto, Borsa di Studio. I premi concessi saranno attribuiti attraverso il parere unanime della Giuria che si baserà e quindi riconoscerà esclusivamente le singole capacità e la creatività del partecipante.

Altro elemento distintivo del Premio Canon è la presenza e disponibilità di un tutor, scelto fra i componenti della giuria e che seguirà istanze e percorsi dei singoli vincitori.

Il Premio è aperto ai nati dall’1/1/1976 per il Miglior Portfolio e il Miglior Progetto e ai nati dall’1/1/1979 per la Borsa di Studio.

Le opere dovranno pervenire a Canon Italia entro le ore 17 del 30/11/2009 unitamente alla scheda di partecipazione debitamente compilata e firmata che potrete scaricare dal sito: http://www.canon.it/premiogiovanifotografi

Per ottenere maggiori informazioni e per visionare le foto dei vincitori dell'edizione del 2008 visitare il sito www.canon.it/premiogiovanifotografi

domenica 27 settembre 2009

Fotografando Software: RawTherapee 2.4.1

RawTherapee è un software totalmente gratuito scaricabile da www.rawtherapee.com che consente la postproduzione dei file raw appunto. Per coloro che ancora non masticano il gergo fotografico un file raw è il risultato grezzo che si ottiene dal sensore della nostra fotocamera digitale quando scattiamo una foto: tutti i dati che vengono raccolti vengono salvati senza scremare nulla. Ecco quindi che i file raw vengono spesso paragonati ai negativi in fotografia analogica, sono file da elaborare in esposizione, bilancio colore, luminosità e molto altro fino ad ottenere il risultato desiderato. Molti software per la gestione dei raw mi hanno sempre dato problemi, specialmente per aprire i file NEF (la versione raw di Nikon), ma con RawTherapee non ho avuto alcun problema. Inoltre funziona ed è disponibile una versione per Ubuntu, per cui diventa essenziale per chi volesse visionare file raw sul famoso sistema operativo open source. Provatelo e non ve ne pentirete.

mercoledì 23 settembre 2009

Filtri polarizzatori lineari e circolari

Parliamo oggi di filtri polarizzatori, preziosi componenti fotografici, possono essere di 2 tipi: lineari o circolari a seconda di come filtrano la luce. Ma quale è la loro funzione in fotografia? Ebbene il loro compito è quello di impedire il passaggio di determinate onde luminose che si originano dai riflessi della luce sui corsi d'acqua o dal vapore acqueo. In questo modo restituiremo la sua normale trasparenza ad un corso d'acqua, oppure daremo al cielo un effetto più terso e saturo bloccando i riflessi del vapore acqueo presente nell'aria. I filtri polarizzatori lineari venivano usati in passato ma con l'avvento delle moderne macchine con sistema autofocus sono caduti in disuso in quanto ingannavano il sensore, cambiando il piano di polarizzazione della luce che li colpisce. D'altra parte i filtri circolari polarizzano la luce selezionando un piano di polarizzazione preferenziale per poi depolarizzarla nuovamente.

Per i neofiti della fotografia che volessero acquistare il loro primo filtro polarizzatore aggiungo che bisogna farlo considerando il diametro dell'obiettivo sul quale poi vorrete montarlo: questa misura è riportata proprio vicino alla lente frontale del vostro obiettivo, per esempio potreste avere un obiettivo di diametro 52, 55 o anche 72 mm di conseguenza acquisterete un filtro della stessa misura che si avviti propriamente, inoltre non dovete cercare marche particolari perchè la guida per l'avvitamento dei filtri è universale ed uguale su tutti gli obiettivi di tutte le case. Ad esempio un filtro Hoya 52mm si avvitera su tutti gli obiettivi Canon, Nikon, Pentax, Olympus, Sony di diametro 52mm e così via.

Io vi consiglio di tenere sempre i vostri filtri polarizzatori sui vostri obiettivi, avrete così meno riflessi e foto più contrastate ed inoltre una ottima protezione per la lente frontale del vostro obiettivo contro urti, polvere o acqua. Detto questo andiamo un pò a vedere le principali marche del settore: oltre alle solite Canon, Nikon, Sony troviamo anche Kenko ed Hoya. Se volete il mio modesto parere acquistate filtri polarizzatori circolari della serie HD di Hoya: sono qualcosa di spettacolare, resistentissimi ed hanno una percentuale di distorsione dell'immagine prossima allo zero. Come usarli? Niente di più semplice: una volta montato il vostro filtro basta ruotarlo finchè nel mirino non raggiungete il risultato desiderato di polarizzazione, ma fatelo dopo aver messo a fuoco perchè su certi obiettivi in cui l'ultimo elemento ruota con la messa a fuoco avrete anche la rotazione del polarizzatore e di conseguenza un risultato diverso da quello che avevate pianificato. Mi sembra di aver detto tutto sull'argomento, se avete altre domande non avete che da chiedere nei commenti. Grazie della lettura e buona luce!

martedì 22 settembre 2009

Fotografando Artisti: Michael Levin

Recentemente mi hanno suggerito di andarmi a vedere le foto di un certo Micheal Levin, fotografo americano che vive in Canada, e devo dire che sono rimasto veramente sorpreso: lo definirei "il fotografo dell'essenza" e andando a vedere i suoi lavori capirete il motivo!
Le fotografie pubblicate sul sito, rigorosamente tutte in bianco e nero, hanno secondo me una forte carica espressiva. Trovo molto rilassante l'uso di tempi di esposizione lunghi come nel caso della fotografia delle cascate. Stento a credere però che questo artista non faccia un ricorso massiccio alla postproduzione in quanto gli ambienti esterni sono così puliti e costruti da sembrare artificiali, le distese d'acqua sembrano di marmo. Tutto questo contribuisce a creare un atmosfera di essenza, sospensione, oniricità. Attraverso le foto di Michael Levin sembra quasi di trovarsi in un mondo parallelo, dove il tempo e la frenesia non esistono.
Le sue opere sono raccolte in un libro acquistabile dal sito (una curiosità il libro viene stampato a Verona!) ed è anche possibile acquistarne una copia firmata dall'autore.
Ecco di seguito il link del suo sito web, spero vi piaccia!
http://www.michaellevin.ca/MichaelLevin.html

domenica 20 settembre 2009

Fotografando Diritto: Cosa si può fotografare e cosa no!

Ho trovatato questo interessante articolo su DigitalCamera Magazine di novembre 2008. Spero di fare cosa gradita copiandolo qui di seguito in modo da diffonderne il contenuto ed aiutare il maggior numero di fotografi possibile!

Possiamo fotografare una persona per strada? Una pattuglia della polizia? L’interno di un negozio?
Chi ama fotografare, sia che lo faccia per hobby sia che lo faccia per professione, sa in che ostacoli può incappare quando si allontana dai primi piani dei rigatoni o dai tramonti per avventurarsi nella foto di strada, nei ritratti o nella cronaca. Mamme inferocite che gridano al pedofilo e pretendono il "rullino" con la foto del pargolo colto in quella bella espressione che ci aveva fatto rizzare le orecchie di buon ritrattista. Vigili ottusi che fanno spostare il treppiede perché occupa il suolo pubblico. Poliziotti che pretendono la formattazione della scheda perché inquadrati in un normale pattugliamento sulla pubblica via. Bottegai che non permettono scatti nel loro rivendugliolo nemmeno senza flash e cavalletto. E una volta che lo scatto, bene o male, è stato portato a casa, cominciano altri problemi. Quella bellissima foto del concerto, in cui si vede il cantante e il pubblico, la potrò pubblicare sul mio sito? La foto del matrimonio la posso vendere a un'agenzia fotografica di stock? II passante lo posso pubblicare da qualche parte esercitando il "diritto di cronaca"?
Per quanto riguarda gli scatti permessi e vietati, in Italia, più che nel resto del mondo, la situazione è resa confusa dalla mancanza di leggi specifiche, da una miriade di regolamenti comunali, provinciali e regionali e dall'interpretazione ballerina di varie leggi legate alla privacy, al diritto d'autore e al copyright. Per quanto riguarda invece l'uso che si può fare delle foto una volta scattate ci sono più certezze, sia quando le vogliamo pubblicare esercitando il diritto di cronaca, che però ha limiti non ben definiti, sia quando le vogliamo usare per un uso non giornalistico, come quando una foto viene usata per una pubblicità, per merchandising, e cioè stampata su una maglietta o su una tazzina, o per una brochure di un'agenzia viaggi. Vediamo più in dettaglio cosa dice o non dice la legge sia per lo scatto sia per la pubblicazione.

La fotografia di strada
Un fotografo che si rispetti si porta la macchina in giro e se vede un bel soggetto, da una fontana a una persona, vuole fotografarlo. Indipendentemente dall'uso che farà poi dello scatto. In Italia la legge si limita a disciplinare la pubblicazione di queste foto, come vedremo più avanti, ma non c'è nessuna norma specifica che vieti di scattare foto per strada e non prevede consensi, licenze o permessi particolari da richiedere a chicchessia. Questo non vuol dire che possiamo inseguire mamma e figlio per tre isolati cercando di coglierli in un espressione particolare. Anche perché abbiamo detto che non esiste una legge specifica che ci vieta di fotografare, non che non esistono leggi che possano essere invocate per fermare il fotografo troppo invadente. Una di queste è contenuta nel codice penale, e più precisamente l'articolo 660 prevede una punizione per "chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo". La pena? Arresto fino a sei mesi e fino a 516 euro di ammenda. Un articolo di legge che va interpretato ovviamente. Nessun giudice ci potrà condannare per molestia perché abbiamo scattato una foto, ma se ne abbiamo fatte duecento a una persona che ci ha pregato di non fotografarla, i presupposti per una denuncia per molestie ci sono tutti. Ci vuole buon senso.

Fotografare i monumenti
Un altro dubbio può insinuarsi in un fotografo alle prese con vigili troppo zelanti che proibiscono da un luogo pubblico di fotografare monumenti o opere d'arte esposti al pubblico. Hanno ragione a impedirmi di fotografare? La risposta è no, anche se in effetti le forze dell'ordine possono impedirci di posare il cavalletto sulla pubblica piazza invocando l'illegittima occupazione di suolo pubblico. Ma bisogna proprio trovare il pignolo per arrivare a tanto. In inglese la possibilità di fare questo genere di fotografie si chiama "panorama freedom'; libertà di panorama e una bella trattazione di questa libertà teorica che ci consente di poter fotografare un soggetto, un edifico o un'opera d'arte che si trovano in un luogo pubblico la troviamo su Wikipedia, all'indirizzo it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:PANORAMA. La libertà di panorama è sancita in dalle leggi nazionali sul copyright. In genere è possibile scattare senza problemi, anche se alcuni edifici o situazioni possono essere tutelati e le foto scattate non si potranno pubblicare senza liberatoria. Uno dei casi più eclatanti è rappresentato dalla Tour Eiffel. Niente ci può impedire di fotografarla giorno e notte. Ma se la immortaliamo dopo il tramonto non potremo pubblicare le foto in ambito pubblicitario, perché la sua illuminazione notturna è coperta da copyright. Potremo pubblicarla nell'esercizio del diritto di cronaca, ma non deve essere il soggetto principale della foto. Se la libertà di panorama consente di scattare foto, la loro pubblicazione non è però automatica. Anzi, spesso è il contrario perché ogni edificio o scultura è soggetto alle leggi sul copyright e la fotografia che lo riprende viola la legge sul copyright in quanto viene considerata un'opera derivata.

Niente libertà in Italia
Nel Regno Unito e in molti altri Stati vige la libertà di panorama, ma in Italia la normativa sul copyright non contiene alcuna eccezione per le fotografie scattate in luoghi pubblici e quindi la libertà di panorama teoricamente non è prevista. Non potremmo, per dire, pubblicare una foto del nuovo ponte di Calatrava a Venezia. Una scappatoia? È rappresentata dall'articolo 70 della legge 633 del 1941, che consente la riproduzione fotografia di opere con fini di critica o di discussione e purché non costituisca concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera. Molto fumoso, perché la pubblicazione in sé può essere configurata come concorrenza. Val la pena comunque di ricordare che in Italia il copyright sulle opere d'arte scade al settantesimo anno dalla morte dell'autore, per cui fotografare e diffondere un quadro,un monumento o un edificio dopo questo lasso di tempo non comporta alcun problema. Leonardo Da Vinci è morto da ben oltre 70 anni, ma non per questo entriamo spavaldi nel Convento di Santa Maria delle Grazie di Milano per fotografare il Cenacolo. Nei musei e in qualsiasi altro luogo privato, anche se aperto al pubblico, dobbiamo sottostare alle regole dei padroni di casa. E se c'è scritto che non si può fotografare, semplicemente non lo possiamo fare. II custode può sequestrare la macchina fotografica o la memory card? Assolutamente no: si tratta di una cosa che può fare soltanto l'autorità di polizia con contestuale redazione e consegna di un verbale.Se non vogliamo andare troppo per le lunghe, magari per aspettare l'arrivo della Polizia che a quel punto il custode o chi per esso immancabilmente chiamerà, se abbiamo fatto delle foto in un luogo dove era proibito farle, cerchiamo una soluzione diplomaticaoffrendoci di cancellare le foto incriminate dalla scheda o di formattarla davanti alla persona che sta facendo valere il suo diritto.

Scatti rubati alla polizia
Salvo casi particolari, come in prossimità delle zone militari, non c'è una specifica legge che vieti di riprendere le forze dell'ordine in aree pubbliche, anche durante azioni o manifestazione e anche se non siamo giornalisti iscritti all'ordine. Durante qualsiasi operazione di polizia è quindi legale fare fotografie, e pure riprendere gli agenti in volto. Infatti, quando non vogliono essere riconosciuti durante azioni nelle quali è fondamentale non svelare la loro identità, spesso vediamo che indossano i passamontagna. Non è che possiamo stare del tutto tranquilli, però. Perché le forze dell'ordine potrebbero procedere comunque al sequestro dell'attrezzatura nel caso sostenessero che abbiamo ripreso qualcuno nell'atto di commettere reato e che quindi i nostri scatti potrebbero essere utili ai fini delle indagini. Nel caso fossimo vittime di un sequestro di attrezzatura che riteniamo ingiusto potremmo invocare un abuso di ufficio del Pubblico Ufficiale, in nome dell'articolo 323 del Codice Penale. Ma non è il caso di arrivare a tanto. Abbiamo fatto una prova. volevamo fare degli scatti a una pattuglia della Polizia Stradale (113) all'opera in un normale controllo. La prima pattuglia ci ha vietato di fotografare. Avremmo potuto impuntarci e scattare lo stesso, ma la discussione avrebbe potuto degenerare in ostacolo alla loro attività e ci avrebbe fatto passare dalla parte del torto. Un'ora dopo abbiamo incontrato un'altra pattuglia alla quale abbiamo chiesto di poter fare qualche fotografia, promettendo loro di eliminare le foto con i volti delle persone e la targa del veicolo. Ci hanno consentito di fotografali senza problemi. Anzi, hanno indossato il berretto che avevano lasciato in macchina a dato una spolveratina ai fari.Abbiamo poi chiamato il Ministero dell'interno chiedendo se fosse possibile o no fotografare le pattuglie. Non hanno risposto né sì né no, ma ci hanno detto che, fissando un appuntamento, ci avrebbero mandato loro una "pantera" da fotografare. Ci vuole un po' di diplomazia. Nient'altro.

Vendere i volti
Abbiamo visto all'inizio come nessuna legge, se non le molestie, ci vietino di fotografare gente per strada. Ma poi cosa possiamo fare legalmente di queste foto? A seconda di una serie di fattori le potremo pubblicare in un sito Web, in una rivista o nell'ambito di pubblicazioni commerciali come brochure o pagine pubblicitarie. Dobbiamo riferirci al diritto all'immagine, che trova risposte sia nel Codice Civile e sia nella legge sul diritto d'autore. L'articolo 10 del Codice Civile dice che nonsi possono pubblicare foto di una persona quando questa comporti pregiudizio al suo decoro o alla sua reputazione. Se vediamo un cittadino qualsiasi che si mette le dita nel naso non potremo quindi ragionevolmente pubblicarne la foto. L'articolo 96 della legge 633 del 1941 sul diritto d'autore dice anche che il ritratto di una persona (in pratica qualsiasi volto riconoscibile) non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il suo consenso. Una norma così, presa a se stante, farebbe chiudere i battenti a qualsiasi giornale e la maggior parte delle cartoline in circolazione sarebbero illegali: qualche volto di persone comuni appare sempre. Per fortuna viene in nostro soccorso l'articolo successivo della stessa legge, che recita così: "Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell'immagine è giustificata dalla notorietà o dall'ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico. Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l'esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all'onore, alla reputazione od anche al decoro della persona ritrattata". Anche Brad Pitt con le dita nel naso non si dovrebbe pubblicare, quindi. Insomma, da questo punto possiamo stare tranquilli. Facciamo comunque attenzione che le persone ritratte non siano predominanti rispetto al contesto: un conto è una foto del Colosseo con qualche volto riconoscibile, un altro un primo piano di un cittadino qualsiasi. In quest'ultimo caso è meglio munirsi di liberatoria.

Liberatoria risolvittutto
Il sito Dreamstime è un esempio emblematico delle regole che dobbiamo seguire per vendere i nostri scatti. Nella sua sezione normale, dalla quale i clienti comprano foto per usi non editoriali (non legati alla cronaca, per capirci), non si possono caricare foto che abbiano marchi, loghi, design riconoscibili, edifici protetti da copyright e volti di persone riconoscibili senza la liberatoria. Quest'ultimo è un documento da far firmare alle persone inquadrate in modo che consentano l'uso della loro immagine per ogni tipo di scopo legale, dalla pubblicazione su una maglietta a un layout pubblicitario. La liberatoria serve anche per foto riprese all’interno di musei o edifici privati, ma in molti casi è quasi impossibile ottenerla. Nel sito di Dreamstime è possibile scaricare modello di liberatoria ed è anche stata attivata recentemente anche una sezione "editorial" per usi legati alla pubblicazione nella cronaca di giornali e riviste. E qui le regole sono veramente diverse: sportivi, attori, gente comune ripresa in pubblico possono essere inseriti nel sito anche senza liberatoria. E, in questa sezione, si possono pubblicare foto con loghi e marchi, come quelli degli sponsor sulle divise degli, atleti ad esempio. In conclusione, nell'ambito del diritto di cronaca il fotografo, anche se non è un giornalista, ha le mani più libere. Ottenere la liberatoria è comunque il primo passo da fare per avere la possibilità di avere un utilizzo più ampio degli scatti. Con la liberatoria firmata dal genitore è possibile pubblicare anche foto di minori, naturalmente in contesti che non pregiudichino il loro decoro così come indicato per le foto dei maggiorenni. Le foto di nudo artistico non hanno limiti di pubblicazione, se non quelli dettati dal comune senso del pudore, dalla politica del media che le riporta e dalla presenza della liberatoria nel caso in cui il modello o la modella siano riconoscibili. Un bel fondoschiena, a meno che non sia quello di Rosa Fumetto nella mitica pubblicità di slip che ormai è più noto della sua faccia, non richiede liberatoria.

Da: DigitalCameraMagazine Novembre 2008. (Articolo non firmato)

lunedì 14 settembre 2009

PentaxPhotoGallery.com: come migliorare la propria tecnica!

In fotografia si può migliorare in tanti modi. Si possono leggere manuali e seguire corsi appositi, sono in commercio persino DVD conteneti videocorsi che spiegano passo passo il da farsi per impiegare al meglio la vostra reflex.
Ma per diventare davvero bravi bisogna poi cominciare a fotografare, diventare critici osservatori delle nostre foto e delle foto altrui. Giudicare: esposizione, tempo di posa, angolazione della luce, contrasto, messa a fuoco, profondità di campo, taglio, composizione etc. Ci sono così tanti paramentri da valutare e migliorare volta dopo volta.
Un utile esercizio secondo me è proprio quello di giudicare le foto scattate da altri e cercare di capire come voi avreste scattato in quella particolare situazione, vi serve solo un buon database con foto e relative informazioni exif dei vari scatti. Esistono vari forum e gallerie dove aspiranti fotografi pubblicano i loro lavori, potete anche andare su siti di fotografi professionisti ma difficilmente saranno pubblicati gli exif.
Ecco allora che voglio parlarvi di un nuovo sito lanciato da Pentax che ha persino vinto il premio come "miglior sito innovativo dell'anno". Il suo nome è http://www.pentaxphotogallery.com/ , ospita tantissime foto realizzate da fotografi amatori e professionisti che usano attrezzatura Pentax.
Il bello di questo sito, oltre all'elegante e semplice interfaccia in Flash, è che permette di visionare i dati exif di ogni singolo scatto raccontandovi proprio come è stato realizzato ed impostato. Un altro vantaggio è la suddivisione delle foto in varie categorie, per esempio in base al modello di reflex Pentax usata per lo scatto oppure in base all'obbiettivo usato. Il tutto corredato dalla storia e dai bios dei singoli fotografi autori degli scatti.
In conclusione per chi volesse migliorare le proprie abilità fotografiche ed affinare la propria tecnica consiglio vivamente di visitare questo sito, troverà bellissime fotografie da ogni angolo del mondo e delle più svariate tecniche.