domenica 27 febbraio 2011

A breve la Sigma SD1 con sensore Foveon!

Sigma sembra sul punto di rilasciare la sua nuova SD1, annunciata nel settembre 2010, mette sul piatto delle caratteristiche davvero interessanti tra le quali una costruzione decisamente migliorata rispetto alla precedente SD15 (corpo in lega di magnesio e tropicalizzato) e un sensore leggermente più grande e con 46 megapixels che divisi tra i tre strati del sensore restituiranno un'immagine di circa 15 megapixels. Schermo lcd da 3", 11 punti di messa a fuoco tutti a croce e un esposimetro a 77 zone le altre caratteristiche.
La tecnologia Foveon, dietro alla quale diciamolo con orgoglio c'è un ricercatore italiano (l'ingegnere Federico Faggin, recentemente premiato da Obama col più prestigioso riconoscimento americano per la tecnologia e l'innovazione), produce immagini con un dettaglio, un range dinamico e una fedeltà cromatica di gran lunga superiori a quelle realizzate coi convenzionali sensori Bayer a mosaico.
Il sito della azienda spiega il motivo di questa superiorità, mentre gli altri sensori hanno uno strato con pixels sensibili solo a un determinato colore i tre strati sovrapposti del foveon non perdono la minima informazione per il rosso, il verde e il blu.
Tornando alla SD1 non è stata ancora decisa la data ufficiale del lancio del prodotto sul mercato ma ci sono state parecchie speculazioni sul prezzo che pare si aggirerà intorno ai 1300€.
Vedremo se Sigma riuscirà a mantenere il dettaglio al quale i suoi clienti si sono affezionati e al contempo a migliorare le prestazioni del sensore agli alti iso da sempre punto debole del foveon.

Fotografando teoria: sensori e lunghezze focali.

Molto spesso mi arrivano domande o leggo post nei forum che seguo di persone che sono confuse riguardo alla lunghezza focale equivalente delle ottiche che usano con le loro reflex digitali. Facciamo un pò di chiarezza.
Dunque una volta (in analogico) si usava scattare con reflex o altre macchine fotografiche in formato leica 135 (così chiamato perchè introdotto proprio dalla Leica) equivalente a quello che oggi viene chiamato il formato 35mm (ovvero il full frame che conosciamo sulle reflex digitali del tipo Nikon D700 e D3, Canon 5dMKII e 1dMKIII ma anche Sony alpha900). Il 135 col suo fotogramma da 35x24mm non era il formato più grande disponibile all'epoca (e nemmeno oggi nel digitale), c'erano costruttori come Pentax e Mamiya che implementavano formati come il 645 (un fotogramma di 6cm x 4,5cm) e il 67 (6cm x 7cm) che andavano addirittura oltre lo standard del medio formato. Questi formati erano particolarmente apprezzati da fotografi paesaggisti che avevano bisogno di molto dettaglio come è richiesto in questa specialità fotografica e bisogna chiarire che più grande è la pellicola (o il sensore) e maggiori dettagli avremo a parità di ottiche della stessa qualità. Lo "svantaggio" di questi sistemi era il maggior ingombro dato dal corpo macchina e da obiettivi ovviamente più grandi e pesanti per coprire una superficie di fotogramma maggiore, dunque il formato 35mm finì per diventare il formato più diffuso e utilizzato perchè permetteva di contenere pesi e dimensioni senza sacrificare eccessivamente il dettaglio.

Con l'avvento del digitale e lo sviluppo di nuovi sensori sempre più definiti e con maggior potere risolvente rispetto alla vecchia pellicola si è pensato di fare lo stesso ragionamento che si era fatto prima, ovvero quello di ridurre ulteriormente il fotogramma 35mm x 24mm per ridurre ingombro e peso delle reflex. Ecco la nascita dei "crop sensor" o aps-c o DX (i nomignoli dati da Canon e Nikon al taglio dei sensori), più piccoli degli aps o FX 35mm che a questo punto vengono chiamati "full frame".
E qui nascono i dubbi perchè lo stesso obiettivo ci darà sempre la stessa prospettiva su qualsiasi sensore di qualsiasi dimensione (crop o full frame piuttosto che un 645 digitale) ma diverso angolo di campo.
Ecco quindi che un obiettivo fisso 50mm che in analogico formato 35mm era un buon tuttofare (in gergo veniva chiamato "normale") su un "crop sensor" aps-c/DX ci darà sempre la stessa prospettiva ma un angolo di campo più ristretto, pari circa a quello di un obiettivo da 75mm su "full frame".
Questo perchè il fotogramma proiettato dalla lente posteriore dell'obiettivo viene catturata in parte da un sensore di dimensioni ridotte.
Per questo le reflex aps-c sarebbero da preferire per chi scatta con teleobiettivi, perchè col fattore di crop 1,5x dato dal sensore più piccolo un obiettivo 300mm restituisce l'angolo di campo di un 450mm usato su full frame. Mentre le full frame avvantaggiano chi scatta con obiettivi wide, dato che senza fattore moltiplicativo un 14mm rimane tale e non ci restituirà un angolo di campo pari a 21mm come succederebbe su un sensore croppato.

La storia spesso si ripete e la stessa transizione avvenuta da 35mm ad aps-c/DX si sta ripetendo tra questi ultimi ed i nuovi sensori del sistema micro 4/3 creato da Panasonic e Olympus.
Quindi di nuovo, un obiettivo 50mm usato su una fotocamera con sensore m4/3 ci darà sempre la stessa prospettiva che avremo su un full frame o un sensore croppato aps-c/DX ma angolo di campo ben differente pari circa a 100mm perchè questa volta il fattore moltiplicativo passa a 2x (essendo il m4/3 di dimensioni ancora più ridotte).
Personalmente sono contrario a questa scalata verso la miniaturizzazione del corpo macchina e del sensore, è vero che la tecnologia dei sensori migliora ma un sensore m4/3 non raggiungerà mai il dettaglio dato da un aps-c/DX, per non parlare di un full frame, per non parlare di un medio formato digitale. Il vero problema è che utilizzando sensori più piccoli e conseguentemente obiettivi più piccoli e leggeri anche il costo dovrebbe diminuire, invece le fotocamere del sistema m4/3 vengono vendute a prezzi di molto superiori a quelli di una reflex entry-level, e anche gli obiettivi raggiungono tranquillamente i prezzi di quelli per aps-c/DX.
Spero di essere stato chiaro ed interessante, se avete qualche altra domanda (ancora??? :) chiedete pure.
Buona luce a tutti!!!

martedì 15 febbraio 2011

Fotografando Gear: recensione borsa Crumpler Jimmy Bo 400

Ho acquistato da poco la suddetta borsa, prodotta dalla americana ditta Crumpler, piuttosto nota negli USA per produrre ottime borse e non solo per foto/videocamere ma anche per laptop e borse messenger da usare quotidianamente. Pagata anche relativamente poco, un affare su amazon per 26€!!!
Delle dimensioni perfette per trasportare un corredo leggero, reflex con obiettivo montato più un secondo che si alloggia nel fondo della borsa. Io che fotografo con una Pentax K5 riesco a farci entrare anche altre 2 ottiche limited oltre a quella montata sulla reflex (il trio pancake composto dal DA21mm, DA40mm e DA70mm è sempre con me). Sono anche presenti delle tasche interne per documenti e quant'altro.

I materiali utilizzati sono molto buoni e dovrebbero resistere alla pioggia (quando rimarrò sotto un temporale vi farò sapere...), impedendo all'acqua di entrare.
Il design della Crumpler è unico secondo me, le loro borse si distinguono a colpo d'occhio e una cosa che cercavo in una borsa per contenere la mia reflex era che non sembrasse proprio una borsa che contenesse una reflex, principalmente per non attirare l'attenzione di malintenzionati e per rimanere discreti in posti dove le macchine fotografiche non sono ben volute come metropolitane o musei.
Altra trovata geniale secondo me e che distingue questa borsa da tutte le altre è il fatto che si può portare in 3 modi diversi: sulla spalla, a tracolla o intorno alla vita come fosse un marsupio, inoltre è presente una corda aggiuntiva che permette di assicurare l'estremità inferiore della borsa alla gamba quando la si porta a mò di marsupio, permettendo un comfort e libertà di movimento senza pari.

Disponibile in 6 diverse misure a seconda del vostro corredo da trasportare e in 4 colori: bronze/red, navy/grey, brown/orange e black, almeno questo è quello che dicono nel sito ufficiale, in Italia pare che al momento non abbiano un distributore ufficiale e si possono trovare solo determinate misure - colori. 
Davvero stra consigliata per il prezzo a cui la si può avere e per quello che offre. Ecco un simpatico video di presentazione della Jimmy Bo su youtube dal canale Crumpler. 

mercoledì 9 febbraio 2011

Fotografando Gear: recensione della Pentax K-5

Ragazzi c'è poco da dire: non riesco a trovarle un difetto (forse uno poi ve lo dico...)!!! Stessa ottima ergonomia della K-7 da cui deriva, stesso mirino luminoso con 100% di copertura, sensore da paura, autofocus e raffica notevolmente migliorati.
Non sto a elencarvi le varie caratteristiche perchè potete trovarle in mille altri siti specializzati di fotografia, mi limiterò a riportarvi la mia esperienza di utilizzo con la K-5.

In mano cade benissimo, non ho manone ne manine, apprezzo molto la sagomatura molto rientrata dell'impugnatura che permette al dito medio e all'anulare di grippare senza sovraffaticarsi. Il body è sempre ben bilanciato, sia che si stia scattando con uno zoomone 2.8 da 500gr di peso, sia coi limited pentax che su questo corpo compatto e robusto sono davvero una gioia sia estetica che funzionale!
Le 2 ghiere anteriore e posteriore in stile pentax sono sempre li dove ce n'è bisogno, per me che in condizioni di luce difficile scatto in TAv (priorità di tempi e diaframma) sono perfette, ovviamente anche per chi scatta in program o in manuale...in più è possibile programmarle a piacimento in modo ad esempio di poter regolare gli iso quando si scatta in priorità dei diaframmi.

La velocità di scrittura sulle schede di memoria SD è alla pari di quella della K20, qui però i RAW sono ben più pesanti, arrivano anche a 18-20MB più altri 6-7MB del Jpeg (io scatto in RAW+Jpeg) e ogni scatto impiega circa un secondo per essere inciso sulla SD, ma anche se la macchina sta scrivendo abbiamo sempre buffer volendo e con il nuovo firmware 1.02 rilasciato da poco i RAW in raffica passano da 8 a 20!
Altra cosa di cui mi sono innamorato è il suono dell'otturatore: un fruscio, perfetto per rimanere discreti e non disturbare chi abbiamo intorno. Un bel passo in avanti rispetto alla K20.

Altro miglioramento è lo schermo LCD da 3 pollici e 900.000 e passa punti di risoluzione, nell'eventualità ci sia uno scatto leggermente fuori fuoco si può individuare molto più facilmente rispetto a schermi meno definiti delle vecchie pentax.
Una cosa molto carina secondo me di cui ancora non ho fatto molto uso è poi la possibilità dei video, rispetto a una normale telecamera (anche quelle professionali talvolta) abbiamo il vantaggio del sensore estremamente più esteso e che ci consente di giocare molto di più con la profondità di campo, si possono selezionare vari formati e qualità, il top se non ricordo male è in full HD fino a 30 fotogrammi per secondo (qualità da paura ma non si possono occupare centinaia di MB per un minuto di filmato, preferisco abbassare a 1080p a 25fps, il giusto compromesso secondo me fra qualità e peso).

Per finire gli iso, fino a 400 la qualità è stellare, in RAW non c'è alcun bisogno di toccare la riduzione rumore. A 800 e 1600 iso se esponete bene non avrete bisogno di toccare nulla, altrimenti una aggiustatina alla luminanza e avrete finito (ma dovete proprio essere maniaci delle foto pulite). A 3200 e 6400 iso soprattutto comincia a farsi sentire il bisogno della riduzione rumore, niente di radicale ma attenzione tutto questo discorso se andate a vedere le immagini al 100% altrimenti per grosse stampe non ce ne sarà di certo bisogno (una foto a piena risoluzione a 6400 iso riscalata a 1200x795 pixels è pulitissima!).
Veniamo dunque all'unico "difetto" che mi pare di aver incontrato passando dalla K20: a volte (mi ha dato questo problema 2 volte su 80-100 scatti) l'esposimetro della K5 in interni va in bambola se lasciato su auto e sposta troppo la temperatura su tonalità fredde, niente di irrecuperabile in post produzione ma la prima volta ci sono rimasto "strano"...anche perchè l'esposimetro dovrebbe essere lo stesso ottimo a 77 zone che aveva la K20.

Si è poi parlato del problema delle macchie sul sensore (macchie di natura oleosa che con il surriscaldamento del sensore dovuto al normale uso si espandevano diventando visibili anche a diaframmi f8 o f11), facciamo un attimo chiarezza: questo problema affliggeva una buona percentuale dei primi esemplari non controllati a tappeto da Pentax. In un comunicato officiale Pentax ha riconosciuto l'inconveniente e prontamente ha sostituito con una K-5 nuova tutti i proprietari affetti da tale problema, la mia fortunatamente era sana e se può essere utile a qualcuno fa parte di quelle che come numero matricola iniziano per 39 (le incriminate cominciavano da 29 come numerazione matricola se non ricordo male...). Comunque come avevo già scritto in uno dei post precedenti sulla K-5 il problema è stato risolto e gli esemplari controllati hanno un bollino rosso sulla scatola applicato dal laboratorio LTR service che ha effettuato il controllo.

In conclusione per quella che è stata la mia esperienza d'uso con questa reflex ammiraglia di casa Pentax non posso che essere molto soddisfatto e contento del mio acquisto, non posso che consigliarla a tutti gli amici pentaxiani e a chi cerca una reflex compatta e robusta, tropicalizzata e dall'ottima qualità dell'immagine.

venerdì 4 febbraio 2011

Aggiornamento su Fujifilm Finepix X100

Ecco un breve video dei Fuji Guys Greg & Billy (dovrebbero essere un dinamico duo facente parte del marketing Fuji) in cui vengono testati il meccanismo che fa muovere il diaframma e quello che fa chiudere l'otturatore. Piccolo dettaglio che ho appreso oggi l'otturatore è stato collocato all'interno della lente invece che all'interno del corpo macchina per ridurre il rumore. Altra cosa che mi piace molto è il diaframma a 9 lamelle che restituisce un'apertura perfettamente rotonda per uno sfuocato più morbido e decisamente più gradevole.
Pare confermato da parte di Fuji il rilascio sul mercato della compatta per i primi di marzo 2011 al prezzo di 1000€ (ouch!!!).


Insomma a meno di un mese dal lancio pare che la X100 stia venedo su bene, anche il buffer pare molto buono e senza impuntamenti o lags dopo 7-8 scatti (tallone d'Achille persino della telemetro delle telemetro la Leica M9) e i mitici Fuji Guys Greg & Billy hanno ribadito che la versione definitiva del firmware permetterà un ulteriore miglioramento delle prestazioni.


Speriamo che nella versione definitiva rifiniscano anche la costruzione generale, sto parlando dei vari sportellini USB e alloggiamento batteria insieme alla ghiera dei tempi un pò ballerina che per ora non paiono essere proprio robustissimi.

La versione nera all black, si è parlato anche di questo, sul sito ufficiale Fuji non hanno confermato o smentito nulla, hanno solo detto che molti fotografi hanno richiesto una variante tutta nera e la produzione o meno della versione dipenderà dal successo della X100 attuale. Di solito queste versioni alternative escono poco dopo il lancio del modello originale, un pò come è successo per la Leica X1. Ecco in un rendering come dovrebbe apparire la Fuji X100 nera (uno spettacolo!)
A breve per la review completa della Pentax K-5!